Stegal67 Blog

Wednesday, September 26, 2007

La vera storia del Trofeo delle Regioni (parte 2 di ... boh?)

Innanzitutto un paio di link per motivare l’immotivabile silenzio tra la parte 1 e la parte 2:
http://pierlabi.blogspot.com/2007/09/non-solo-una-questione-di-magliette.html
http://pierlabi.blogspot.com/2007/09/tu-lavresti-mai-detto.html
Diciamo che la mente è stata un po’impegnata.
Ma ora è il momento di ricominciare la storia...

Dopo il buco del 1996, sono tornato al TDR nel 1997. Per un paio di motivi. In primo luogo mi avevano detto che valeva proprio la pena andare a correre al Passo Vezzena (confermo!), ed in secondo luogo in quegli anni correva la staffetta “GOK-the-originals”: al lancio Roberta (o Piero) e in seconda frazione Piero (o Roberta) a darsi battaglia sul filo dei secondi (credo che il bilancio non sia del tutto favorevole a Piero...), poi in terza frazione io dovevo solo fare in modo di non far partire la macchina in stra-ritardo. Al Passo Vezzena, in una domenica soleggiata, una buona gara di Roberta e Piero mi consentì di recuperare qualche posizione in terza frazione, fino a superare a poche decine di metri dal traguardo la squadra del Laboratorio Trentino di Paolo Bort.

Quel TDR però lo ricordo per motivi ben diversi, che mi hanno lasciato l’amaro in bocca. Essendo io un fiero HB (i migliori!) approfittai del TDR per provare l’HA, come due anni prima avevo provato per la prima volta l’HB. C’era la HAK, e così scelsi questa categoria. Fui fortunato. La prima parte della gara si sviluppava in una zona che chiamo ancora “il nulla più totale”: pochissimi riferimenti, solo curve di livello e vegetazione. Trovai (e bene!) la seconda lanterna dopo un azimut di parecchie centinaia di metri, cascandoci letteralmente sopra. Quel giorno il radar funzionava bene e alla mia velocità di crociera sono uscito bene dalla prima parte di gara verso la zona più tecnica (rocce) ma con più riferimenti (sentieri medi e piccoli). Mi trovavo proprio nella parte altissima della carta di Spiazzo Ovest e qualche metro davanti a me zompettava un ragazzino nemmeno in tuta da gara... zompettava un po’ troppo: un attimo mettere il piede in fallo, cacciare un urlo e rotolare a terra davanti a me. Avevo troppa esperienza per non riconoscere una bella distorsione, ma non avevo molta esperienza per gestire un bambino che si lamentava e piangeva e urlava che si era rotto i legamenti. Attorno a me nessuno: d’altronde come dice il logorroico commentatore del sito Fiso, lì passavano solo “i percorsi a lunghissima gittata”... già! ma allora che ci faceva lì quel bambino? Prendo un attimo la carta e ho un attimo di sconforto: era un percorso H12, non di più, e quel bambino stava a quasi 2 km da dove avrebbe dovuto essere, stava ancora cercando il primo punto! Mentalmente mando un accidente a chi ha avuto la bella idea di mandare allo sbaraglio un giovanissimo alla prima esperienza, magari solo per racimolare un punto per il TDR, ma il problema è: che fare? In quel momento piomba sulla scena il vero eroe della giornata: è un atleta Elite, sta facendo la sua gara ma si ferma per vedere se c’è bisogno di aiuto, si offre di aiutarmi a portare fuori da quella zona il ragazzino, si offre di prestargli soccorso fino al traguardo. Non ho mai dimenticato questa cosa. Il suo nome è Guido Michelotti. Ligure, in forza al Cus Bologna, in lotta per un posto in una delle staffette più forti d’Italia, si è fermato a prestare aiuto. Ho sempre pensato che il bronzo ai nazionali assoluti possa essere stato una piccola ricompensa per il suo gesto sportivo. Però è una cosa assurda, e gli dico di continuare la gara. Mi caricherò il bambino in spalla e proverò a scendere verso il sentiero, lontano qualche centinaio di metri, e lì vedrò cosa fare.

Portarsi un peso come quello sulle spalle su terreno sconnesso non è facile per me e non è facile nemmeno per “il peso”. Ma in un modo o nell’altro, con dolore per entrambi, arriviamo al sentiero. Da lì resterebbero circa 2,5 km per arrivare al traguardo... ma non arriviamo al sentiero da soli: cento metri prima della curva del sentiero mi imbatto infatti in un altro ragazzino mai visto. Questo è seduto per terra e si tiene una spalla dolente. Ma che è??? Piovono ragazzini dal cielo? Questo, comunque, sembra in grado di reggersi in piedi e di deambulare, e gli dico di seguirmi. Arrivato al sentiero, faccio la mia scelta: deposito lo “scavigliato” su una roccia che fa da sedile e gli dico di aspettarmi lì (lasciandomi il pezzo sopra della mia tuta per coprirsi), prendo lo “spallato” e scendiamo verso l’arrivo. Lungo la strada si ferma un altro concorrente: è Oscar Galimberti, il mio compagno di squadra; mi chiede se ho bisogno di aiuto ma, ormai, siamo in grado di continuare da soli e gli dico di proseguire. Accenno brevemente all’altro ragazzino più lontano e anche Oscar mi guarda come dire “Ma che è? Piovono ragazzini?”.
Arrivo al traguardo e consegno il primo ferito all’ambulanza, arriva Fabio Hueller e gli spiego la situazione del primo infortunato e del ragazzo che ho lasciato nel bosco. Nel far questo incrocio un altro atleta che sta andando verso la partenza... Fabio prende la carta e si fa indicare il punto esatto dove ho lasciato tuta e “scavigliato”, prende il mitico furgone Crea Rossa e imbocca il sentiero sconnesso. Passandomi accanto mi dice: “Ma stai tornando nel bosco?” “Certo, voglio finire la mia gara!”, “Allora sali che almeno di do uno strappo fin su!”. Quindi almeno mi risparmio la salita... arriviamo alla roccia e Fabio prende in consegna il secondo ferito, mi scarica e mi fa gli auguri, mentre io dopo aver recuperato la tuta gli chiedo di aspettarmi, perchè starò nel bosco ancora a lungo...
Riprendo la mia gara, un po’ stanco e poco concentrato. Cerco di fare meno errori possibile e su un paio di punti tra le rocce ho l’impressione di attaccarli meglio (ma camminando...) di atleti che arrivano di gran carriera. Finito il tourbillon di punti nella parte nord inizia la discesa verso il traguardo. Sono in giro da 2 ore e mezza e si vede, perchè le energie rimaste sono pochine... ma ho la fortuna di incrociare proprio l’atleta che mi aveva visto al primo passaggio al traguardo, quando avevo girato i tacchi per tornare nel bosco. Ed ho come l’impressione che Gabriele Bettega mi abbia decisamente guidato, rallentando apposta il passo, ed aspettato sui due tecnici punti finali nel bosco di Spiazzo Ovest per consentirmi di finire decentemente la gara. Non glielo ho mai chiesto, ma penso che sia andata così.

Tutto sommato penso di essere stato fortunato, per una serie di motivi: in fondo non sono stato io a farmi male ed ho passato un bel fine settimana in un bellissimo bosco, ho avuto la fortuna di incontrare 3 Atleti Sportivi , ed il Crea Rossa mi ha aiutato tenendomi in classifica anche se fuori tempo massimo.
Ma ho anche l’amaro in bocca per un’altra serie di motivi: il primo è che nessuno, dico nessuno, delle squadre coinvolte nei due incidenti di percorso è venuto, né sabato né domenica né mai, non dico a ringraziare ma almeno a sapere chi era il “buon samaritano” di quel giorno. Per questo non mi stanco di ricordare né quello che ha fatto Michele Tavernaro in una prova di Coppa Italia, né Claudia Grassi e Maria Bortolotti all’individuale di TDR a Marilleva qualche settimana fa.
Il secondo motivo è che quel sabato sera alle Lochere di Caldonazzo, all’esposizione delle classifiche con il mio bell’ultimo posto a parecchia distanza dal penultimo, alcuni miei compagni di regione si sono lasciati andati ad una bella ilarità isterica davanti alla mia gara, evidentemente assai poco performante; ok, d’accordo, non sapevano degli eventi di quel giorno, ma non c’era ugualmente nessun motivo per commentare a gara di un collega in modo così sguaiato.
Non l’ho mai dimenticato.

9 Comments:

At 1:35 PM, Anonymous Anonymous said...

a proposito di atleti da ricordare al TDR di Marileva ti segnalo Paolo Decarli e Susy De Pieri del Veneto. Mi sono sentita male per delle punture di vespe: Paolo é corso a chiamare l'ambulanza e Susy é rimasta con me tenendomi al caldo fino a quando non é arrivato Giuseppe Bezzi. Veramente degli Atleti, con la A maiuscola.

 
At 1:56 PM, Anonymous Anonymous said...

Purtroppo non lo sapevo: altrimenti avrei trovato il modo di citarli nel commento o durante le premiazioni (ovviamente sarebbe stato meglio se non ti fosse capitato l'incidente con le vespe...). Ti ringrazio per la segnalazione

 
At 4:13 PM, Anonymous Anonymous said...

L'amaro in bocca ti doveva restare se non prestavi soccorso ai 2 ragazzini...

 
At 5:16 PM, Anonymous Anonymous said...

Casualmente:
ho appena scoperto (sul sito di Remo) che oggi è proprio il compleanno di Guido Michelotti.
Auguri!!!!!

(c'era una probabilità su 365 che io scrivessi questo posto proprio oggi, nel 2008 una su 366)

 
At 5:26 PM, Anonymous Anonymous said...

Bentornato.... ma quand'è che scrivi una pagina dedicata ad una tua bella gara? negli ultimi 2 post mi sembra di leggere le gare di uno che ha fatto 1940-45 ... -)) A perte gli scherzi vieni venerdì alla lui-lei? non dovrebbe essere difficile trovare una lei.
A proposito: domenica ho chiesto a Lidia N. (sempre x la lui-lei) notizie della gara.... sai che cosa ha chiesto a Mary? "Ma Giovannini è migliore di Galletti?" non sapevo che tu fossi diventato termine di paragone al di là del confine....

 
At 11:54 PM, Anonymous Anonymous said...

Guarda che corresti in HB.. 2.28'49'', 33. posto. Vinse Boldrin in 1.4'59'' davanti a Gambini, Arduini e Gasparotto. Quelli dietro non te li so dire perché feci la A e nella fotocopia che ho sei l'ultimo della pagina

ciao e auguri a Guido

 
At 9:23 AM, Anonymous Anonymous said...

@rusky: potrò scrivere di una mia gara quando ne farò una... l'ultima ormai è quella di Boscochiesanuova! Potrò scrivere di una mia "bella" gara quando... quando... ... ... ... ehi!!! Oggi è ferragosto e sta nevicando!!!

@krautrock: non metto in dubbio la tua classifica, ma la mia cartina dice HAK :-) Comunque fidati: in quella classifica non c'è una pagina dietro. Finisce lì, con il mio nome :-(

 
At 4:35 PM, Anonymous Anonymous said...

Ebbene, dopo un mitico viaggio nell aprtia di sean connery e di brave hearth ecco il glorioso eroe sopravissuto che rienrta nel modo dell'orienteering.
Ddevo dire che non devi prorpio dimostrare niente, sei già tu, un grande!
Continua così stefano e non cambiare!!!

 
At 9:46 AM, Blogger Cosimo said...

Ciao Stefano, il tuo racconto mi ha fatto venire in mente un episodio simile accadutomi durante un campionato provinciale studentesco nei colli fuori vicenza ormai qualche anno fa; l'unica differenza è che invece di bambini sperduti ho incontrato una volpe con una zampa rotta. Subito avevo cercato di fare l'eroe e prenderla in braccio ma siccome non sembrava d'accordo ero tornato al traguardo affinchè venisse allertata la Forestale. Complimenti per il blog... Ciao

 

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