Stegal67 Blog

Saturday, May 02, 2009

Prima legge di Rudi Mair: “Prima vedere oggetto, poi vedere lanterna!”
Corollario di Galletti: “Se Rudi traccia a Deutschnofen, iscriviti!”

Se il teorema non si discute, il corollario quest’anno stava per saltare per aria. Visto il calendario delle gare, nella sede itinerante del GOK a cominciato a serpeggiare un vago sapore di wurstel e birra bavarese... Due gli appuntamenti candidati a raccogliere la fame... pardon! la fame di lanterne, ovviamente!... dei GOK-kini: Deggendorf a Pasqua e Regensburg ad inizio maggio.
Messa da parte Deggendorf per concomitanze varie e collocazione tra altre trasferte, si è deciso di puntare su Regensburg per il Ratisbona Open, coinvolgendo nell’operazione Marco G. che quando si tratta di andare a scoprire cartine nuove in bei posti si offre sempre disponibile.

Poi altre concomitanze, altri impegni... tira questo, molla quello, si parte da qui e si finisce là e di passaggio magari ci si ferma... no, si devia... eppure Monaco non stava tra Milano e Venezia basta una piccola deviazione??? Insomma alla fine abbiamo dovuto rinunciare anche a Regensburg. Praticamente a mezz’ora dall’iscrizione. Praticamente con Marco G. già iscritto (e poi convocato per la selezione regionale, ma è un’altra storia).
Cosa si può fare allora nella giornata del 1° maggio? Deutschnofen, no??? Era tanto semplice!

Ora, io non vorrei che si pensasse che per me ci sono tanti Paradisi; per me a Deutschnofen potrebbero anche non tracciare mai più una gara che io in un bosco del genere ci andrei lo stesso. Non so dove l’ho già scritto in passato, ma i boschi dove il TOL è uso tracciare il campionato sudtirolese a lunga distanza sono “i miei” boschi, quelli dove potrei sdraiarmi sotto un albero a riflettere e filosofeggiare per una giornata intera, quelli dove passeggiare senza meta con il muschio sotto i piedi che ti da la spintarella giusta, quelli con i prati verde smeraldo ed i boschi sullo sfondo nei quali la visibilità arriva fin dove consente la mia miopia, quelli dove non si trova un rovo che sia uno (ed i verdini 1 della carta sono solo zone con i rametti un po’ più fitti...).

Insomma. Anche quest’anno si è ripetuto l’appuntamento con il 1° maggio in SudTirolo. Peccato che quest’anno le cose non siano andate del tutto nel verso giusto.
Già la collocazione della zimmer nella quale abbiamo alloggiato: una deliziosa casetta in mezzo a prati e boschi addirittura a ben 200 metri dal ritrovo, e a 200 dalla partenza che era in direzione opposta! E la fatica, le sveglie all’alba, i faticosi trasferimenti verso il ritrovo dove li mettiamo? :-)
No, stavo scherzando: anche quest’anno tutto è andato per il meglio che “più meglio” non si può!

Ecco quindi che alle 7.45 Stegal, già sveglio ma in pigiama, va a disturbare gli organizzatori già in avanzato stato di completamento dell’area arrivo... accompagnato da uno stuolo di coniglietti marroncini con la punta delle orecchie ed il codino bianco, che erano lì a far la pappa nel prato davanti alla camera. Non posso mica fare una gara “cattiva” in queste condizioni...! :-) Vabbé, almeno non ci sono i caprioli... si, ci sono anche loro (4), dall’altra parte del prato che brucano in santa pace. Li incontrerò anche durante la gara.

Sta di fatto che sono partito, ho preso la mia bella M35 long tracciata da Rudi “no limits” e sono andato al mio primo punto proprio sotto la linea rossa. Poi il secondo... sotto la linea rossa, poi il terzo... sotto la linea rossa. Poi il quarto, il quinto...
Lento? Ok, lento... sono sempre l’impiegato panzottello, no? Ma che bell’orienteering che si riesce a fare in questi boschi e su un tracciato simile! E sempre, dico sempre, “prima trovare oggetto, poi trovare lanterna”. Ci stavo riflettendo al quarto punto: una lanterna in mezzo alla palude: PRIMA ho visto la paludina, POI ho visto che in mezzo ci stava la lanterna. Bellissimo. L’ho già scritto? Lo ripeto!

Probabilmente la gara avrebbe potuto andare avanti così per un bel pezzo, se non fosse che è successa nella lunga tratta 6-7 di trasferimento una cosa poco bella: una fitta terribile ed improvvisa al costato che mi ha tagliato gambe respiro e soprattutto mi ha fatto un po’ spaventare. Lato destro, tra le costole. Gambe tagliate, fisico piegato in due a cercare di assorbire il dolore, e purtroppo testa che si chiede se non sia il caso di mollare tutto e tornare al ritrovo (visto che mi stavo dirigendo verso la parte opposta della carta). Francesca “Pelli” sbuca da un sentiero a destra e penso che mi abbia visto con una faccia che la diceva tutta...
Ho trovato la forza e lo stimolo per proseguire al passo (non oso pensare al tempo di tratta) ed alla fine sono arrivato tutto solo al settimo punto, in un bosco ancora più bello e silenzioso e da pace interiore di quelli attraversati prima. Lì mi sono ripreso, e da lì ho continuato con la stessa identica tattica: linea rossa, linea rossa, linea rossa con qualche deviazione un paio di millimetri a destra o a sinistra.

Domanda: ma sono io che ho cominciato a capire i tracciati di Mair? O sono questi boschi che mi rendono un orientista migliore? Mi rifiuto di credere che fosse un tracciato facile. Forse a Deutschnofen tutto mi riesce facile perchè so sempre dove sono e so sempre dove devo andare; guardo la cartina ed è immediato pensare che il prossimo punto lo troverò anche se è nel pieno del bosco bianco, che quello dopo lo troverò con la scelta così e cosà, che quello dopo ancora posso andare su per la paludina e poi uscire nel semiaperto, e poi e poi e poi si arriva al traguardo. Anche se mancano ancora 10 punti! Non importa. E’ il MIO elemento e questo bosco è il MIO amico.

Non ho più sentito quel dolore, non ho avuto più difficoltà (se non la fatica dopo il 13esimo punto detto “scalata al Golgota”) e sono arrivato felice al traguardo. Divertendomi nel vedere un gran duello tra i grandi Gino Vivian, Renzo De Paoli e Giancarlo Dell’Eva che mi correvano intorno (probabilmente anche disturbandosi l’un l’altro...); divertendomi nel sapere che la mia scelta 14-15 è stata molto apprezzata da Nicolò Corradini, il quale mi dice “Lì hai guadagnato qualcosa su di me” ed io vorrei poter rispondere “Nicolò! Vuol dire che lì avrò perso un paio di minuti di meno...!”.

Insomma, ancora una volta al traguardo con la sensazione che se solo le gambe ne avessero avuto la forza mi sarebbe piaciuto tornarci subito in quel bosco.
Ed è stato esattamente quello che abbiamo fatto Bibi ed io nel pomeriggio: cartina M35 e W35 in mano e via di nuovo alla partenza e a fare tutti i punti tecnici dei nostri percorsi, nello stesso senso ed in senso contrario e mescolati e shakerati!
Ok, la cartina di Deutschnofen probabilmente dovrebbe essere rivista in qualche punto. Ma io l’ho chiesto ufficialmente ad Ernesto Rampado: quando ci torniamo a fare un Campionato Italiano Long? Ne sarei veramente felice, spero un giorno di essere accontentato.

Ps: esisterebbe anche una classifica finale, ma non ci ho badato molto. Credo di essere arrivato settimo, davanti a me Massimo Lazzeri ed Enrico Isma prendono la rivincita dopo Civezzano. Ma, davvero, ci ho solo dato una occhiata di sfuggita: era la cosa meno importante di tutte, ieri 1° maggio.

(scritto il 2 maggio, sul treno che da Verona mi porterà infine a Giubiasco – 4° prova TMO ticinese)

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