Stegal67 Blog

Wednesday, November 15, 2017

Dopo 18 anni, di nuovo posatore (alla Besozza)



Ebbene è successo! Dopo millanta tamanta (cit.) anni dall’ultima organizzazione di una gara di Trofeo Lombardia, l’Unione Lombarda torna a calcare le scene delle gare regionali (adesso mi pare che si chiamino “di secondo livello”) con la gara al Parco della Besozza di domenica 12 novembre. Non è certo la Foresta del Cansiglio, o la piana di Millegrobbe, ma a correre nella zona del Lago Malaspina sono arrivati in 140, e tanto basta per una gara di fine stagione che più fine stagione non si può. Il titolo dovrebbe alludere proprio a loro, alla “gente della Besozza” che ha sacrificato una fredda mattina di una domenica di metà novembre per farsi una corsetta con cartina e bussola nell’unico posto al mondo dove non c’è una curva di livello manco a pagarla! (al parco di Trenno c’è una depressione nella parte sud della cartina, quindi le curve di livello ci sono anche lì!).

Abbiamo celebrato i vincitori durante le premiazioni, tutti quanti hanno avuto la loro brava foto al traguardo, tutti più o meno sono arrivati a casa ad un orario decente per il pranzo domenicale e la pennichella post-prandiale. Bravi tutti. Ma un piccolo monumento al “posatore ignoto” non vogliamo proprio farlo?

Ecco: il posatore. L’eroe apònimo delle nostre domeniche orientistiche. Colui che se le cose vanno bene (leggi: i punti ci sono e sono posati bene) ha fatto solo il suo dovere, e comunque gareggia per il premio “bastardo dell’anno” per aver messo una lanterna proprio dietro all’unico tronco in grado di nascondere ogni pixel bianco ed arancione visibile da lontano. Se le cose vanno meno bene, c’è il rischio che la gara vada in malora… Poi non c’è nemmeno da chiedersi il perché uno si sveglia nella notte tra il sabato e la domenica in preda al panico, dopo aver sognato di essere in gara in un Fot-O a Conegliano (5 punti di controllo, tutti riferiti a monumenti\dipinti\graffiti con figure di cani… ma quanto si deve mangiare pesante la sera per passare una notte del genere?). Schieramento dei posatori alla Besozza? Eccolo qua.
Al primo carrello Remo: ha fatto lui la cartina ed il tracciato, ed è campione europeo di trail-O. Direi che basta e avanza. Al secondo carrello Lucia: al Parco della Besozza praticamente ci ha costruito le ultime 13 vittorie consecutive nella classifica generale di Coppa Italia. Direi che basta e avanza. In coda al gruppo come zavorra il meravigliosamente vostro redattore del blog… e non si può aggiungere altro. Quando mi hanno chiesto di posare i punti ho pensato “che problema ci sarà?”. Ecco… andare a cercare “un albero diverso dagli altri nel fitto del bosco là dove non c’è una curva di livello manco a pagarla…” per esempio potrebbe essere uno dei problemi. La giornata era partita bene, perché l’organizzazione si è dotata di paletti futuribili in scocca di carbonio, del peso di pochi milligrammi, ben diversi da quelli che mi scarrozzo sulle spalle alla Milano dei Parchi, che pesano una tonnellata e hanno spuntoni metallici dappertutto, cosìcché alla fine di ogni tappa ho la pelle delle braccia e delle mani che sembra che mi sono infilato nel tritatutto fino ai gomiti.

Partito con tutto il mio armamentario di borse, pali, teli e scatole come nemmeno l’arrotino e l’ombrellaio, ho scopetto che persino al Parco della Besozza riesco ad incastrarmi e avvilupparmi nel fitto dei rami e del sottobosco: non conto le volte che i rami mi hanno portato via il berretto, ed in una occasione sono riuscito persino a perdere gli occhiali! Dopodiché ho scoperto le delizie della “posa del XXI° secolo” (giacché l’ultima volta che avevo posato per una gara seria era stato alla Coppa Italia di Golasecca di fine secolo scorso, di cui avevo già parlato qui ); cosa succedeva, per l’appunto, nel secolo scorso? Succedeva che, trovato il punto giusto, piantavi il paletto, piazzavi la lanterna e via verso mille altre mirabolanti avventure (leggi “punti”). Alla Besozza, alba del XXI° secolo appunto, una volta che ho avuto la fortuna di trovare il punto giusto, la posa diventa una roba che al confronto la checklist della partenza dello shuttle è una versione semplificata del “unisci i puntini da 1 a 56: cosa apparirà?”:

prendi la stazione, infilala nel contenitore-cassaforte a prova di bomba\furto\esplosione atomica, spingi bene… non incastrarla, stupido!... ecco, ora che da bravo babbeo l’hai incastrata e non va più né avanti né indietro, passa i successivi 5 minuti a tentare di disincastrarla con le mani gelate… ora che non ce l’hai fatta, scassina il contenitore-cassaforte, estrai la stazione a viva forza usando pure i denti,… riprova che sarai più fortunato… inseriscila bene, controlla che il chip si possa infilare nel contenitore ed anche nella stazione, e che la lucina che lampeggia corrisponda all’altro buco del contenitore metallico… ora inserisci nei fori appositi il blockster per fissare il contenitore… cerca la chiave del blockster in un mazzo da 32 chiavi come nemmeno quello di San Pietro!… comincia a snocciolare i nomi dei Santi del Paradiso… quando arrivi più o meno a nominare il santo del 27 aprile, finalmente trovi la chiave giusta… chiudi il blockster, che improvvisamente da pezzo di ferro inanimato e anelastico prende vita propria e si annoda vorticosamente posizionandosi in modo da nascondere il codice presente sul contenitore… riprendi la chiave… come sarebbe a dire che hai già rimesso in tasca tutto il mazzo??? … Riparti dal 28 aprile e continua a nominare Santi… riapri il blockster, ricolloca il contenitore, ora prendi una lanterna, legala da qualche parte, NON COSI’ STRETTA!!! che quando ti toccherà andare a riprendere i punti dopo la gara dovrai consumarti le unghie per sciogliere i nodi!... sistema la lanterna in modo che abbia un minimo di appeal, un minimo di forma di prisma e non sembri uno straccio buttato lì nella rumenta!... attacca il bigliettino “gara di orienteering in corso – si prega di non spostare” (credo che il Terzo Segreto di Fatima sia la risposta alla domanda “ma che cosa se ne fanno quelli che rubano una lanterna?”), attacca il punzone che ci serve per portare a casa la gara se la stazione elettronica non funziona… rimetti tutto nella scatola, rimetti tutto nelle borse, rimettiti tutto in spalla e avanti con il prossimo punto.
AH NO! ASPETTA! RICORDATI DI ACCENDERE LA STAZIONE ELETTRONICA CON IL TUO CHIP! Come sarebbe a dire “dove avrò messo il chip…”? (continua… continua… continua per altri 13 punti di controllo…)

Sarà un caso che il gioco nel quale da bambino mi sono sempre dimostrato incapace era il Meccano?!? SGRUNT!!! Con tutte le cose inutili che si inventano a questo mondo, un pensierino alle lanterne autoposanti ed alle stazioni di controllo virtuali io lo farei.
Tutto questo per spiegare come mai sono stati aggiunti al rettilineo di arrivo quei 30 metri in più (che, in caso di pioggia, mi sarebbero serviti per accogliere i concorrenti stando al riparo della tettoia): erano semplicemente la vendetta per le unghie nere e le dita maciullate… che poi: posare 14 punti in 120 minuti vuol dire impiegare quasi 10 minuti a punto: se mi avessero chiesto di aiutare a posare alla Foresta del Cansiglio, avremmo assegnato il titolo italiano Elite sabato sera a tarda ora!

3 Comments:

At 8:56 AM, Anonymous Anonymous said...

😇

 
At 3:22 PM, Blogger rem said...

Grazie Ste! :-)

 
At 9:32 AM, Anonymous Anonymous said...

Stefano sei un grande e a proposito il santo del 27 aprile è una santa, tale Zita"vergine"morta nel 1200 e qualcosa il 27 aprile...

 

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